
La meditazione: salute psicoemotiva e incontro con se stessi
Consapevole mentre cammina, consapevole mentre sta fermo, consapevole mentre sta seduto, consapevole mentre giace, consapevole nel distendere e raccogliere le proprie membra – in alto, di fianco e in basso – dovunque vada nel mondo, il praticante osserva il sorgere e lo svanire di tutte le cose composte di elementi. Chi vive in questo modo zelante, quieto e non esaltato, sempre mentalmente presente, esercitantesi nella tranquilla consapevolezza, vien definito “costantemente intento”.
Il verbo meditari è la forma intensiva di mederi (curare, aiutare, riflettere) e la meditazione è quindi riflessione, concepita non come fine a se stessa ma nell’accettazione di ricerca del vero Sé. La meditazione si avvale della concentrazione per superare la confusione e la superficialità che impediscono il contatto con la chiara e lucida comprensione della realtà.
Le evidenze scientifiche (Lutz e al., 2007, 2008; Manna e al., 2010; Raffone e Srinivasan, 2010) dimostrano che la meditazione, o meglio diversi aspetti di essa, portano a modificazioni delle attività e della struttura di insiemi di aree cerebrali interagenti, ovvero di networks o sistemi funzionali.
Le evidenze neuroscientifiche indicano che la meditazione aumenta le abilità di regolazione cognitiva ed emotiva, regolando in particolare stati mentali disfunzionali e condizionati da stati di stress, ansia, umore negativo e (in modo più sottile ma non meno pervadente) da processi di identificazione e attaccamento. Inoltre:
- Produce modificazioni delle attività e della struttura di insiemi di aree cerebrali
- Aumenta le abilità di regolazione cognitiva ed emotiva, regolando in particolare stati mentali disfunzionali e condizionati da stress, ansia, umore negativo e da processi di identificazione e attaccamento
- La pratica meditativa sul respiro, per soli 20 minuti al giorno per 4 giorni, modifica le risposte del cingolo anteriore e dell’insula anteriore connesse all’esperienza soggettiva del dolore, come stato mentalecondizionato
- Nella meditazione di compassione si attivano aree cerebrali connesse all’empatia e alla condivisione emotiva
- Non è un metodo per isolarsi, astrarsi o anestetizzarsi, piuttosto cambia il modo di rispondere del cervello a determinati input
- Non è una religione, ma ha a che fare con la spiritualità che è di tutti
- E’ una via per entrare in contatto con il proprio sé profondo
- Non ha effetti collaterali, se non quelli benefici per il corpo (i quali tuttavia non sono la meta principale)
Meditare è soprattutto e sin dalle origini un atto d’amore verso se stessi, uno strumento che non ha nulla a che vedere con la religione così come è codificata dai dogmi, è semplicemente un tempo e uno spazio da dedicare a se stessi, all’amore-per-sé.
La meditazione non è fuga da qualcosa, ma un sereno incontro con la realtà
Thich Nhat Hanh
Per favorire una cultura della meditazione, la Dr.ssa Pamela Pellegrini – Psicologa e Consulente sessuale – in collaborazione con Jessica Shakti D’Alessandro – Master Reiki, Terapista di Ayurveda e Guida di Meditazione – propongono un ciclo di 7 meditazioni (una per ogni chakra).
Ciò che caratterizza questo ciclo, oltre al viaggio attraverso ciascun chakra (punti di energia), è la possibilità di condividere nel gruppo la propria esperienza appena vissuta, permettendo così di concludere senza restare sospesi, godendo della risonanza del gruppo stesso e della guida psicologica.
Al fine di permettere a tutti di sperimentare senza impegno una meditazione,il primo appuntamento è GRATUITO e avrà luogo il 7 aprile alle ore 19:30 presso lo studio di psicologia in Via Fattoi 35 a Polignano a Mare. Per informazioni e prenotazioni, è possibile seguire l’evento su Facebook e contattare i seguenti recapiti:340.4016028 – pellegrini.pamela@gmail.com.
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